Michael Bublé, uno showman dalle mille risorse

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» ElyHMAM
CAT_IMG Posted on 23/5/2010, 17:09




@sourceARENA. In 12mila a Verona per la prima data italiana del tour 2010
Fuochi artificiali, battute, coriandoli, balli e sorrisi: il cantante canadese non si limita a fare il crooner La sua perfetta imitazione di "Jacko" strappa applausi

Fuochi artificiali, battute, coriandoli, salti, corse, sorrisi e imitazioni. Michael Bublé non è solo una versione anni 2000 del "cantante confidenziale", ma un vero e proprio showman dalle possibilità infinite. Ad avere a disposizione il budget adatto, una tivù potrebbe fare l'affare del secolo affidandogli uno spettacolo tutto suo.
«Mi piacerebbe trasformare l'Arena di Verona nella sala intima di un club», ha rivelato all'inizio del concerto davanti ai 12 mila dell'anfiteatro, prima tappa italiana, ieri sera, del tour mondiale di Crazy love. Oggi replica a Milano ma la metamorfosi potrebbe non riuscirgli altrettanto bene. Grazie a un palco con due ali molto profonde e una passerella fin davanti alle prime fila, il cantante canadese, in moto perpetuo, ha potuto continuare a tenersi a stretto contatto con il pubblico.
E quando si è accorto di non aver fatto abbastanza, verso la fine del set, ha cantato la sua Home sopra la postazione dei tecnici, al centro dell'Arena, passando attraverso le ali di folla della platea. Signore eleganti, ragazze in jeans, donne tatuate: tutte a rincorrerlo per poterlo toccare, per scattargli una foto o fargli solo ciao con la mano.
«Immagino che almeno l'85% dei maschi presenti sia stato trascinato da moglie, compagna o fidanzata», ha scherzato Bublé, ipotizzando che un 15% dei fan non sia insensibile al suo fascino molto lontano dal macho rock.
«Durante questa canzone, tenete per mano il vostro amato o la vostra amata», ha invitato il pubblico prima di affrontare la morbida At this moment. Sono già passati i fuochi d'artificio di Cry me a river, arrangiata come un brano della colonna sonora di 007; e deve ancora arrivare Mack the knife, il brano firmato da Kurt Weill/ Bertolt Brecht e cantato da tutti, da Ella Fitzgerald ai Doors, da Louis Armstrong a Frank Sinatra.
A proposito di The Voice, Michael ha rivelato: «Tutti dicono che adoro Sinatra, Dean Martin (vero nome: Dino Paul Crocetti) e Bobby Darin (cioè Walden Robert Cassotto - insomma, tutti crooner italoamericani come lui...), ma il mio vero numero uno è Michael Jackson». E davanti a un pubblico in visibilio, si è infilato un cappello nero in testa e ha ballato e cantato Billy Jean come "Jacko". Lo shock è stato notevole: di Jackson non ha uguale solo il nome. L'impressione è che Bublé potrebbe fare qualsiasi cosa sul palco, un po' come il "nostro" Fiorello.
La sfida del canadese, infatti, non è solo diretta a miti come Sinatra ma anche a cantanti dalla voce impossibile da replicare come Van Morrison (Crazy love) e Marvin Gaye (How sweet it is...). Nei loro confronti un po' di smalto lo perde ma il pubblico apprezza comunque.
Giulio Brusati
 
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